Su historia en italiano (texto en idioma friuliano original)
Orígen de esta publicación en italiano aquí: www.marambio.aq/biomoro.html
Antonio Moro, originario di Santa María di Sclaunicco (UD), nasce nel 1906 ed emigra in Argentina nel 1923. A Buenos Aires frequenta una scuola serale e l'accademia di cinematografia. Dal 1927 al 1947 è occupato come "muradôr di dì e artist di gnot", lavorando come comparsa in alcune pellicole cinematografiche e come aiutante del artista e pittore Raúl Soldi.
Nel 1944, saputo che cercavano un muratore disposto ad andare nelle isole Orcadi del Sud e curioso di conoscere l'Antartide, parte per un'avventura che fa nascere in lui una "vocazione" per quei luoghi selvaggi e inospitali che vince quella coltivata fino a quel momento per il cinema.
Moro, persona disponibile, dal temperamento allegro e brillante, capace di inventarsi sempre qualche lavoro, si scopre sensibile alla bellezza di una natura che gli offre giorni e notti lunghi tre mesi, meravigliose aurore australi, ma anche temperature di -30°C e venti a 300 km/h.
Ben presto, infatti, impara che questa natura non perdona le imprudenze né le distrazioni.
La descrizione del passaggio antartico fatta da Moro la lasciamo ai suoi superiori e compagni:
"Moro al decidè di vignî intes isulis Orcadi dal sud tal 1945 come muradôr, dut câs a pene che al podè fâlu, tal 1947, al restà alì come cogo. Di lui si cjate alc inte isule Laurie: la piçule capele di mont, parsore sul cret, che e à une imagjin de Madone di Luján."
Nel 1950, quando l'allora colonnello Hernán Pujato sta preparando un'altra spedizione in Antartide, qualcuno si ricorda di lui e lo contattano. Grazie a questa chiamata, Antonio Moro diventa uno dei fondatori Della Base San Martín, la prima base argentina al sud del circolo polare.
Anche lì, a Bahía Margarita, Moro si distingue per le sue virtù: un ottimismo innato che aiuta coloro che gli stanno accanto, immaginazione, ingegno e laboriosità.
E' lui a ideare una scarpata di pietre con cui circondare l'edificio affinché non venga coperto dalla gran quantità di neve portata solitamente dalle tempeste.
Nel 1954 si sposta presso la Base Esperanza dove si occupa del montaggio delle antenne rombiche, costruisce rifugi, e progetta e monta un piccolo molo galleggiante per facilitare le operazioni di imbarco e sbarco della base.
Nei lunghi giri necessari per i rilevamenti topografici, mostra la sua tempra sopportando il pericolo e le avversità come pochi.
La zona di influenza della Base Esperanza resta piena dei ricordi del suo passaggio, dell'opera delle sue mani e del suo semplice coraggio.
Torna moltissime volte in Antartide. Stimato da quanti hanno occasione di lavorare al suo fianco, sembra essere indispensabile nell'intraprendere determinati lavori, tant'è che il colonnello Jorge Edgardo Leal lo sceglie per ideare un rifugio speciale, facile da trasportare e da montare.
Quello stesso rifugio viene poi usato come base d'appoggio durante il lungo viaggio sull'altipiano ghiacciato che, nel dicembre del 1965, portò il colonnello Leal a conquistare il polo sud.
Antonio Moro muore a Tandil, in Argentina nel 1979.
Il generale Hernán Pujato, nell'orazione funebre, lo saluta con queste parole:
"Si impensarin di lui cun afiet. Antonio Moro al reste par simpri inte liste dai prins che si butarin ae concuiste dal Setôr Antartic Argjentin."
Il suo Nome è ricordato da una targa nella Base San Martín e da una targa nell'attracco Della Base Esperanza chiamato "Porto Moro" in suo onore.